Casse lignee sarde.
In questo ambiente sono esposte 7, delle 10 casse lignee sarde, dichiarate di importante interesse storico-artistico e demoetnoantropologico dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, e dei 49 tessuti (Fine XIX – Metà XX Secolo) dichiarati di interesse culturale storico artistico dalla stessa Soprintendenza e Ministero. La cassa lignea, sa cascia, conosciuta anche con il non appropriato nome di cassapanca, era uno dei pochi mobili che in passato arredavano le abitazioni sarde.
Descrizione delle tipologie principali indicate:
Cassa Barbaricina.
La più diffusa nel territorio isolano, risulta più massiccia, alta (profonda) e meno lunga delle altre, e rispetto a queste cambiano pure i decori intagliati nel castagno.
Cassa Lussurgese.
Si presenta più lunga e bassa della cassa barbaricina.
Essa mostra inoltre lo specchio centrale liscio (sa mustra), privo di decori, mentre la cornice risulta variamente intagliata; il segno distintivo di questa cassa sono le lesene laterali realizzate con foglie d’acanto di gusto classicista, quasi un “marchio di fabbrica” della cassa lussurgese.
Cassa Olianese
Simile nella forma a quella lussurgese, è realizzata con legni di pioppo bianco (detto anche gattice), e lo zoccolo non è così sporgente come quello lussurgese.
Cassa Sulcitana
Un poco più piccola e semplice delle altre, mostra una decorazione dove l’intaglio è sostituito da una pittura con motivi prevalentemente floreali, dai tratti estremamente semplificati.
La cassa era normalmente portata in dote dalla donna, o costituiva un dono nuziale destinato alla sposa.
Il questo ambiente sono esposte 7, delle 10 casse lignee sarde, dichiarate di importante interesse storico-artistico e demoetnoantropologico dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, e dei 49 tessuti (Fine XIX – Metà XX Secolo) dichiarati di interesse culturale storico artistico dalla stessa Soprintendenza e Ministero.