I mestieri

I mestieri

Il Museo Antonio Corda, Arti e Mestieri Antichi della Sardegna, racconta in vario modo oltre 50 mestieri della nostra isola, antichi e meno, scomparsi o ancora praticati.

Un patrimonio di conoscenze, consuetudini, tecniche di lavorazione, utilizzo di materiali, produzioni ed altro, determinanti per la nostra cultura, per la nostra identità di sardi.
i mestieri descritti sono stati “fermati”, in gran parte, in un tempo passato che può essere datato orientativamente tra il XIX secolo e la metà del ’900.

Alcuni mestieri sono rappresentati con molti oggetti (sia attrezzi del mestiere, is ainas, che manufatti prodotti), addirittura con intere botteghe artigiane al completo; altri invece sono raccontati con pochi oggetti o materiali rappresentativi.
Alcuni dei mestieri esposti al museo oggi in Sardegna non esistono più.

In diverse circostanze i mestieri risultavano tra loro affini, legati, se non anche uniti e svolti da una stessa persona (“accorpati”). Poi, piano piano, alcuni di questi si sono specializzati, così da divenire mestieri autonomi (ad es. il macellaio rispetto al pastore, il coltellinaio rispetto al fabbro).
Altri risultavano mestieri stagionali, e i loro modi variavano anche secondo la zona o il territorio, o addirittura erano presenti o meno in alcune aree della Sardegna rispetto ad altre (ad es. il guardiano di vigne, il tagliatore di sughero, il carbonaio, il tegolaio).
Altri poi erano “mestieri” svolti ad integrazione delle attività familiari (ad es. lo scannaio, l’apicoltore). Tra questi, alcuni si sono nel tempo evoluti, divenendo veri e propri mestieri che in passato non esistevano (ad es. l’apicoltore, la cestinaia).
Altri ancora, in passato come oggi, non erano considerati tali (ad es. i numerosi lavori domestici della donna).

In un’economia rurale com’era quella sarda fino a non troppo tempo fa, i mestieri erano in maggioranza connessi alle attività della campagna (agricoltura e pastorizia), e legati alle diverse situazioni della vita, lavorative e no, in cui erano necessarie produzioni artigiane (fabbri, falegnami, sarti, calzolai, muratori, vasai ecc.).


Nelle comunità della Sardegna le tipologie di mestieri erano pertanto, in larga parte, quelle legate alle attività agricole e pastorali (che si svolgevano fra abitazione e campagna), e quelle artigianali, più o meno raffinate nelle loro produzioni (la mansione dell’artigiano si svolgeva nei centri abitati). Dunque mestieri basati sul fare.
A queste si aggiungevano le attività del commercio, da un certo momento quelle estrattive, e poi, in numero molto minore, quelle legate alle istituzioni (banditore ed altri), e quelle che oggi vengono chiamate “professioni”, basate sul sapere (come medici, farmacisti, avvocati, notai, insegnanti e così via).

Tra i mestieri, gli artigiani erano in numero inferiore rispetto a contadini, agricoltori e pastori, ma questi erano sempre presenti, ed importantissimi, in ogni centro dell’isola.
In moltissimi casi gli artigiani, ma anche gli altri mestieri, erano connessi alle esigenze dell’agricoltura; e pertanto accadeva che, avendo questa un forte carattere stagionale, in alcuni periodi dell’anno si lavorava di più, in altri meno.