Tessitrice (Tessidora, Tessingiana).
Sin dalle sue origini l’uomo ha sentito l’esigenza di coprire il suo corpo per difendersi dalle rigide temperature invernali e dai cambiamenti del clima.

Tessitrice (Tessidora, Tessingiana)
Intrecci con filati di origine animale e vegetale
TESSITRICE (TESSIDORA, TESSINGIANA e sim.)
Sin dalle sue origini l’uomo ha sentito l’esigenza di coprire il suo corpo per difendersi dalle rigide temperature invernali e dai cambiamenti del clima.
Nell’isola, la stoffa per antonomasia era l’orbace, lana nobile e di origini millenarie, con la quale si confezionavano indumenti e altro.
In passato i manufatti tessili, ma dell’intreccio in genere, andavano a comporre il corredo della sposa. Una brava donna di casa, nel suo corredo portava anche gli attrezzi per la filatura ed il telaio che, al pari degli altri arredi, era indispensabile per il benessere della famiglia.
Presenti in quasi tutte le case dell’isola, tutti realizzati da falegnami. In Sardegna sono conosciuti due tipi di telaio: quello verticale e la sua variante obliqua, e quello orizzontale.
Le fibre tessili venivano tinte quasi esclusivamente con essenze vegetali.
La colorazione, come tutte le altre fasi della tessitura, era condizionata dalla realizzazione dei filati. I materiali filati erano naturalmente quelli più prontamente disponibili e reperibili, come la lana ovina. I materiali di origine vegetale erano il lino, la canapa ed il cotone.
In questi ambienti sono esposti i 49 strumenti per la lavorazione delle fibre e una parte dei 49 tessuti (Fine XIX – Metà XX Secolo) dichiarati di interesse culturale dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo.
Tra gli attrezzi presenti si evidenziano un telaio orizzontale datato tra la fine dell’800 e i primi del ’900 proveniente da Arbus, ed un singolare e davvero raro orditoio in legno a parete con pioli (ordidórzu, ordidróxu, orditógliu e sim.) proveniente dall’area dell’alto Oristanese e datato tra la fine dell’800 e i primi del ’900.
Sono poi visibili alcune specie vegetali utilizzate per la colorazione naturale delle lane.